martedì 21 agosto 2007

Arriva il social network lucano

Sono rientrato a Milano oggi pomeriggio (in moto e sotto una pioggia battente! Con questa il caldo afoso dovrebbe essere definitivamente archiviato per quest'anno) e già una bella sorpresa: Giuseppe Granieri, blogger di rango che fa base in Basilicata, ha messo in piedi Lucania.social, un aggregatore di notizie (prevalentemente provenienti dalla blogosfera) scritte da lucani o che riguardano la Lucania. Questa idea girava da un po' di tempo: a me ne ha parlato Luachan, materano, che ha messo sul suo blogroll una lista di links che lui chiama Lucanosfera, una specie di directory dei blogger lucani. Sono tornato a visitare il suo blog e ho visto che, come si poteva prevedere ha scritto un post entusiasta dell'iniziativa di Giuseppe. I lucani mi continuano a stupire per la loro capacità di unirsi, di essere orgogliosi delle loro radici locali senza scadere nel provincialismo o nel campanilismo. O sono io che ho incontrato gente giusta?

sabato 18 agosto 2007

Second Life (e Ivan Montis vendicato)

Forse ricorderete che qualche mese fa ho partecipato a un panel sulle nuove tendenze del marketing in rete all'EBA Forum. Uno degli interventi più qualificati dalla platea è stato quello dell'amico Ivan Montis, tra l'altro uno dei magnifici tre di Infoservi, che ha detto in sostanza: mi rifiuto di dare tesi di marketing su Second Life, perche il marketing su SL funziona solo per induzione: non ti fai pubblicità inworld, ti fai pubblicità raccontando a Repubblica che hai aperto un ufficio in Second Life. Il panel era diviso tra SLentusiasti (come David Orban) e SLscettici (come Diego Bianchi), ma con posizioni molto mediate dalla pelle, dall'esperienza personale inworld. Solo Ivan ha tagliato un argomento così nitido e se ne è assunto la responsabilità. E che reponsabilità! Che vergogna, mi diceva una gentile signora incontrata alla macchina del caffè alla fine della discussione, un accademico, giovane per di più, che si rifiuta di prendere in considerazione Second Life!

E invece adesso Wired ha pubblicato un articolo intitolato eloquentemente "Come buttare via milioni di dollari in una Second Life deserta". Chris Anderson in persona, nel suo blog, fa ammenda rispetto alla credibilità riconosciuta dalla sua rivista e da lui stesso a SL, ci siamo sbagliati, tanti saluti. Ivan, c'eri arrivato prima tu: onore alla tua lungimiranza.

E io? Per una volta ho una posizione un po' "democristiana": siccome sono un grande fan di Neal Stephenson sono molto intrigato dal metaverso di Linden Labs, ma che fatica! Che interfaccia rudimentale! Se avessi più tempo, forse sarei anch'io un SLentusiasta (tanto mica devo vendere niente, io), ma per come stanno le cose sono un sottoproletario inworld, con un avatar standard e un account gratuito con il nome di Mister Volare.

mercoledì 15 agosto 2007

The Hublog su Technorati

Con questo entriamo anche noi nel fantastico mondo di Technorati!

Technorati Profile

venerdì 10 agosto 2007

Letture estive

Oggi mentre leggevo "Che cos'è l'architettura? - intervista a Renzo Piano" mi sono imbattuto in questo passaggio:

"...circola il malinteso che per creare ci voglia una libertà totale, ed è la più grande sciocchezza che si possa credere. Perchè su questa base si cresce con l'idea che se non si è liberi, allora si ha un alibi per dire: "Non ci riesco".
Questa era precisamente la poetica dell'Oulipo, di cui Calvino era membro: che a stimolare la creatività è la presenza delle costrizioni, e non l'assenza di regole.
"E la stessa cosa succede non solo nella letteratura, o nella musica, ma anche nel quotidiano. Ad esempio, vedo con piacere che lei prende appunti su un quaderno a quadretti: davanti a un foglio bianco uno è completamente perso, ma con le righe è già meglio, e coi quadretti ancora meglio. E la matematica è tutto uno struggersi, una disperata ricerca di un inquadrettamento, appunto, come àncora di salvezza. [...]
Non si dice sempre, però, che gli architetti sono completamente liberi nel progettare, mentre è agli ingenieri che tocca dover pensare alle costrizioni?
Sì, ma è la classica scemenza. La verità è, invece, che l'ispirazione corretta nasce subito ancorata. E la matematica è questo sostanziale bisogno di ancoraggio, che naturalmente va di pari passo con la voglia di disancorarsi. [...]

Non so, ma a me i progetti architettonici così come li descrive Piano (avventure di conoscenza e ad un tempo rispetto e cambiamento dei luoghi e della loro storia - mi riferisco soprattutto al libro "La responsabilità dell'architetto") ricordano molto i progetti di sviluppo locale...

giovedì 9 agosto 2007

barcamp update: MusicCamp rinviato. Online il mio intervento al CitizenCamp

Purtroppo non ci sono le condizioni per realizzare il MusicCamp a Pescara in settembre (vedete post precedenti), quindi siamo costretti a rinviarlo a data e luogo da definire. Nuovi aggiornamenti a breve su questo blog e sul wiki dell'evento (nel frattempo siamo anche stati contattati dall'Australia per avere informazioni su questo evento e su come organizzarne uno collegato, vedremo).

A proposito di barcamp, ieri per caso mi sono imbatutto nel mio intervento al CitizenCamp di marzo (barcamp sul rapporto fra tecnologia e cittadinanza attiva, dove è nata l'idea del MusicCamp). Pensavo e speravo non sarebbe stato messo online, in realtà non è così male, credo, piuttosto fa abbastanza impressione rivedermi e ritornare con il pensiero a quei giorni (che poi era pochi mesi fa, a proposito del mio post precedente) ... voi che ne dite?

mercoledì 8 agosto 2007

Mappe per capire la creatività iperlocale

I luoghi contano, lo ripetono in continuazione gli economisti che, come noi, si occupano di sviluppo. E la creatività non fa eccezione: ci sono città e luoghi più creativi di altri. Ne consegue che dovremmo sempre stare molto attenti a riportare i nostri dati su mappe, e ripensare alle informazioni che abbiamo situandole in un contesto geografico. Queso una volta era lungo, difficile e costoso (ricordo Anna Natali che colorava con i pastelli cartine topografiche della bonifica del Mezzano, nel delta del Po - era solo 15 anni fa!): oggi, però, fare mappe è diventato molto semplice: sono disponibili database geografici planetari 3D molto accurati (come la piattaforma Google Maps/Google Earth) e interfacce assai intuitive su cui tutti possiamo innestare i nostri dati, creando mappe mashup. Così sostiene l'ultimo numero di Wired, che dedica due lunghi articoli (uno addirittura di Bruce Sterling! massimo rispetto e venerazione) alle nuove opportunità di organizzare l'informazione per localizzazione nello spazio e a come esse stanno trasformando il mondo.

Ho fatto qualche prova e ho scoperto che è vero: con qualche ora di lavoro, partendo dallo zero assoluto, ho costruito una mappa mashup del tour estivo 2007 dei Fiamma Fumana, ora visibile sul nostro sito. Ho usato Community Walk, ma ci sono letteralmente decine di tools (per ora non trovo molto intuitivo quello della stessa Google, My Maps) per fare la stessa cosa. Più o meno tutta questa roba usa un linguaggio che si chiama KML (keyhole markup language), per cui è facile passare da un'applicazione a un'altra. Da Community Walk potete scaricare la mappa del tour dei Fiamma Fumana sull'hard disk (genera un file .kml) e trascinarla sull'icona di Google Earth per vedere il tour "dallo spazio".

Anche a Pescara abbiamo bisogno di mappe. L'Atlante della creatività, pubblicato a inizio anno, contiene molti dati, ma non la visualizzazione in mappe. Abbiamo un accordo con il servizio cartografico della Regione Abruzzo, che ha un progetto di e-government basato sulle mappe online, ma la Regione è sostanzialmente paralizzata dalla burocrazia interna (i cartografi attendono da sei mesi un'autorizzazione dal servizio formazione professionale per consegnarci le mappe - ma perché, poi? Booster è un progetto regionale, noi lavoriamo per loro). Ho deciso: se non si danno una mossa ci investo un paio di giornate di lavoro e mi arrangio da solo. Comunque, il loro investimento in tecnologia è già obsoleto, Google è entrata nel mercato e - di nuovo - questo significa che serve contenuto, analisi locale, non tecnologia: la Silicon Valley è il fornitore globale di queste tecnologie, punto e basta. A proposito di località.

martedì 7 agosto 2007

The time is now: il fattore tempo nella progettazione

L'altra sera ho visto un'intervista registrata di Giovanni Lindo Ferretti dove si parla molto del tempo e dove, fra l'altro, si dice che "una cosa fatta nel momento giusto, è un atto molto potente".
Questa e altre frasi mi hanno fatto pensare una volta di più a quanto il fattore tempo sia stato determinante nei risultati di molti avvenimenti a me accaduti: la stessa azione fatta in ritardo rispetto al tempo "giusto" per farla, perde quasi completamente la sua forza e il suo significato.

Anche in Booster il fattore tempo sta determinando lo stravolgimento di ciò che ha senso ed è possibile realizzare nel project work finale, nonostante ci sia chi cerca di affermare che si è ancora e sempre in tempo per realizzare tutto (per poi sistematicamente accorgersi all'ultimo momento di essere in ritardo ed in emergenza). Non c'è più il tempo per realizzare ciò che fino a un paio di mesi fa sembrava possibile realizzare e che avrebbe dato grande visibilità e slancio per attività future. Perfino concerti pensati per la loro originalità, dopo qualche mese hanno perso questa loro valenza (gli artisti coinvolti hanno già suonato più volte in città).

Inevitabile allora riprogettare tutte le attività in base ai nuovi accadimenti, inutile perdersi in rimpianti, è invece il tempo di capire cosa è giusto fare in questo momento, adattando ciò che abbiamo pensato finora con atteggiamento realistico, "creativo" e "nuovo". Capire qual'è la cosa giusta da fare in questo momento, e farla, nel momento giusto, non aspettare, il tempo è una risorsa scarsa, molto scarsa.

Questa necessaria flessibilità in itinere dei progetti e della progettazione mi ha fatto pensare anche alle riflessioni di Anna Natali alla Scuola Estiva della Calabria sui limiti degli schemi a sequenza logico-razionale predefinita, ma di questo magari parlerò in un prossimo post...


P.S. questo è un blog, anche per i post di un blog c'è un tempo giusto per scriverli e un tempo oltre il quale non ha più senso. Beh, ce ne sono diversi che avevo pensato di scrivere ma poi il tempo è passato... In ogni caso credo che le cose che volevo dire ritorneranno più avanti, cambiate e rinnovate.

lunedì 6 agosto 2007

"Il sottosviluppo è la regola, lo sviluppo l'eccezione." Nel sottosviluppo la "storia" di ognuno è: la colpa è degli altri

"Nel Meridione il sottosviluppo è la regola, lo sviluppo l'eccezione, questo è il messaggio sotteso di consapevolezza della nostra scuoletta estiva di quest'anno" ha ripetuto più volte Mimmo Cersosimo nei giorni della nostra presenza in Calabria.

Ora il progetto Booster si è scontrato contro il muro di gomma del sottosviluppo: inefficienza, ritardi cronici che fanno saltare la programmazione, inaffidabilità, gambadilegno...
Nulla di nuovo insomma.
Dal punto di vista delle dinamiche dello sviluppo forse la cosa più interessante è che negli entusiasmanti 9 mesi (settembre 2006 - maggio 2007) "di sviluppo" di Booster si era venuta a formare (citando Seravalli) una nuova storia comune di soggetti eterogenei che condividevano (in modo più o meno forte) uno stesso "discorso" sul cambiamento.

Ora che invece tutto sembra essersi impantanato nelle paludi del sottosviluppo, quella storia comune sembra essere smarrita, e ogni singolo soggetto di quella storia sta cercando di affermare ripetendo come un mantra la sua storia, che si potrebbe facilmente riassumere nella frase: "la colpa di questa situazione è degli altri".
Sembra quasi che ammettere le proprie responsabilità significhi "far passare" la storia degli altri, la mia opinione è invece che questo sarebbe il primo necessario passo da fare (tutti assieme, ognuno le proprie) per ricostruire una comune volontà e storia per il cambiamento (perchè come si è detto questo è frutto di una volontà condivisa da più soggetti, non il risultato possibile dell'azione di un solo soggetto isolato).


Del resto è molto evidente come questa pratica non ha fatto altro finora che separare i soggetti un tempo uniti (in modo anche debole e fragile, ma uniti), facendoli impegnare più a raccontare/mistificare la realtà a loro modo, che a darsi da fare per cercare di mettere in atto se non il cambiamento sperato, almeno quello possibile.

giovedì 2 agosto 2007

alla "scuoletta" estiva di sviluppo locale in Calabria

Dopo la presentazione al DPS di Alberto, siamo stati chiamati a presentare il documento "Voi siete qui - una storia di storie del progetto Booster a Pescara" anche alla piccola scuola estiva delle fate coordinata da Mimmo Cersosimo (o "scuoletta", come preferisce chiamarla lui, perchè così lontana dalla pomposità vuota delle mille Summer School della penisola).

Tre giorni di sviluppo locale, mezzo quadernone fitto di appunti, ospiti da diversi ambiti (dirigenti regionali, di agenzie di sviluppo, di associazioni, di imprese, docenti universitari, etc.) e da tutta Italia (da DPS, Formez, GAL di Venezia, Università di Milano-Bicocca, Parma, etc.) che discutono di sviluppo con un approccio multidisciplinare (economisti, sociologi, filosofi, giuristi, antropologi, etc.), l'esperienza di una scuola dove la partecipazione dei ragazzi viene vista come fondamentale, dove la discussione prosegue anche a cena, fino alle canzoni chitarra e voce cantate dai ragazzi a fine serata... non credevo ne esistessero (più) di scuole così. Vorrei partecipare ogni anno a una scuola così... allora bisogna proprio che ci "inventiamo" qualche altro progetto per il prossimo anno per avere altre cose interessanti da dire, altrimenti non ci chiameranno alla scuoletta! ;)

Fra gli interventi vorrei segnalare in particolare quello di Gilberto Seravalli, magnifico discussant di tutti gli interventi nonchè amico e collega di Sebastiano Brusco, del quale ci ha regalato diversi ricordi personali. Nel suo intervento intitolato "Sviluppo locale: nè facile nè impossibile" (come il titolo del suo ultimo libro) ha spiegato come ragionare di sviluppo locale significhi ragionare sul tempo e sul cambiamento (condizione necessaria per parlare di sviluppo): quando il cambiamento non c'è contano le risorse (il tempo è come se non ci fosse), quando il cambiamento c'è contano (soprattutto) le storie, i racconti (su come va "il mondo", su chi sono i personaggi principali...). Per questo è importante avere persone che ci raccontino nuove storie (non balle o mistificazioni, ma nuove visioni sulle possibilità del mondo), che vedano le cose da un'altra prospettiva, che riescano a dare un nuovo senso collettivo, perchè l'innovazione e lo sviluppo altro non sono che l'espressione di una massa di forze/persone che condividono lo stesso discorso sul cambiamento.

L'intreccio di queste idee con il racconto di Booster è venuto naturale, si è persino sentito il bisogno di giustificarsi dicendo che il collegamento non era stato premeditato. Il racconto di Booster però, come tutti i racconti, si modifica nel tempo in base ai nuovi accadimenti, per questo è importante non perdere la memoria del racconto e dei passi fatti finora, per ricordarsi sempre il punto dal quale siamo partiti, e non tornare indietro.



Da sinistra: Alberto, Anna Natali di Studiare Sviluppo, Paola Casavola del DPS, Mimmo Cersosimo di UniCal