tag:blogger.com,1999:blog-15097654264373635202024-02-20T18:38:40.499+01:00The HublogIl blog di The Hub - un gruppo impegnato in Booster, un progetto di sviluppo locale sulla musica a Pescara (e in altre cose).Marcohttp://www.blogger.com/profile/06497662694262474235noreply@blogger.comBlogger98125tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-2451834785074289142008-01-13T19:55:00.000+01:002008-01-13T20:01:58.866+01:00The HuBlog traslocaPer circa due anni ho tenuto due blog. Su uno (l'altro) parlavo della mia attività musicale nei <a href="http://www.fiamma.org/">Fiamma Fumana</a>, insieme alla mia socia <a href="http://www.ladyjessicalombardi.com/">Lady Jessica Lombardi</a>; su questo scrivevo della mia attività di economista insieme a <a href="http://marco.colarossi.net/">Marco</a>. I due mondi, però, sono strettamente collegati, e sempre più spesso mi trovavo a chiedermi dove postare una riflessione che sarebbe pertinente a entrambi i blog. Con il 2008, d'accordo con Marco, ho deciso di integrarli, portando il tutto nel mio sito personale. Credo che chi si occupa di politiche per la creatività per lo sviluppo locale possa trovare nei post “musicali” una conoscenza di prima mano di ciò che vuol dire vivere le industrie creative; e che chi segue i Fiamma Fumana possa leggere con interesse le riflessioni “economiche” sul mondo in cui il gruppo si muove. <br /><br />Continuate a leggerci sul <a href="http://www.cottica.net/">nuovo blog di The Hub</a>! Questo non verrà più aggiornato.Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-63082038118020837842007-12-28T15:59:00.000+01:002008-12-09T07:00:51.332+01:00Auguri da Emiliano!<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisXb_BR3jtFvTywHuSZUCWAz4w8pYHciUwxRyc7Oe1wxkEDv6FkBOSCMgMvGQISsE6ru5_mQhyphenhyphenpoz7taALsNfCp9kMLrEJ3nkJtwvLzL4DqCgnAIYkQAbMvf2xI5039M1TPoP4yT_hzlY/s1600-h/emiliano1.JPG"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisXb_BR3jtFvTywHuSZUCWAz4w8pYHciUwxRyc7Oe1wxkEDv6FkBOSCMgMvGQISsE6ru5_mQhyphenhyphenpoz7taALsNfCp9kMLrEJ3nkJtwvLzL4DqCgnAIYkQAbMvf2xI5039M1TPoP4yT_hzlY/s320/emiliano1.JPG" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5149040915413802082" border="0" /></a>Ho raccolto (e ceduto a) i "velati" inviti di fine anno al mondo di Second Life e... siòre e siòri vi presento il mio avatar in SL, <span style="font-weight: bold;">Emiliano Carver,</span> catapultato direttamente (e un po' spaesato) dentro l'<a href="http://www.bookcafe.net/blog/unacademy/">unAcademy</a>.<span style="font-size:78%;"><br />[cliccate sull'immagine per ingrandirla]</span><br /><br />Emiliano coglie l'occasione per augurare a tutti, sia in second ma soprattutto in first life, buon anno!<br /><br />Ci si vede stasera all'incontro "raccontare il digitale" (se ce la faccio e mi fanno entrare), oppure in first life, prima o poi.<br /><br />Stè bein.<br /><br />E.Marcohttp://www.blogger.com/profile/06497662694262474235noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-25922440529875857292007-12-27T18:58:00.000+01:002007-12-27T23:54:26.248+01:00Cinque concetti per l'età digitaleNon spaventatevi, non mi sono messo a fare il guru: è soltanto il compito a casa assegnatoci da Junichiro Jun (aka Giuseppe Granieri) nel corso su "raccontare il digitale" che mi sono messo a seguire all'<a href="http://www.bookcafe.net/blog/unacademy/">unAcademy</a>. Ci ha chiesto di trovare i cinque concetti più importanti per raccontare il digitale: io, riducendomi all'ultimo giorno, ci provo. In ordine alfabetico:<br /><ol><li><span style="font-weight: bold;">Apprendimento continuo</span>. Nell'era digitale non funziona il modello del ciclo di vita che vedeva gli uomini e le donne imparare da giovani e mettere in pratica il loro sapere nell'età matura. Tutti impariamo di continuo gli uni dagli altri, dedicando all'apprendimento (non solo all'aggiornamento, ma proprio all'apprendimento di cose per noi interamente nuove) quote crescenti del nostro tempo. Oggi impari e metti in pratica in contemporanea, tanto che “se sai spiegare esattamente cosa fai per vivere il tuo lavoro è già stato delocalizzato in India” (Bruce Sterling).</li><li><span style="font-weight: bold;">Competizione</span>. La società digitale è competitiva. La concorrenza tra imprese e cittadini in rete è resa molto più accesa dall'esistenza di premi importanti per chi primeggia (e non solo nel campionato del mondo, come Google, ma anche in serie minori, come Robin Good), dalla disponibilità di metrics (anche se talvolta discutibili) forniti da servizi come Technorati o Blogbabel, e dal carattere pubblico – di common knowledge, si dice in teoria dei giochi – sia dei premi che delle metrics.</li><li><span style="font-weight: bold;">Confronto diretto</span>. Nel mondo pre-digitale potevi essere il numero uno in un piccolo mondo: per esempio “il miglior chitarrista di Casalecchio di Reno” o “un influente ambientalista dell'appennino modenese”. Oggi questi piccoli mondi non esistono più: su myspace il bassista di provincia si confronta direttamente con Steve Vai, così come nella blogosfera l'ambientalista locale rischia di non riuscire a reggere il confronto con Al Gore. Questo porta le discussioni locali, prima di un livello uniformemente basso, a contaminarsi con pezzi di analisi molto alta.</li><li><span style="font-weight: bold;">Cooperazione</span>. Praticamente ogni cosa che valga la pena di essere fatta in internet è il frutto di uno sforzo collettivo. La capacità di attirare sul proprio progetto l'attenzione partecipe altrui – sia che si tratti di Wikipedia che di rendere vivo e frequentato un blog personale – è diventata un fattore di successo molto importante. Questo rende il mondo digitale un mondo in cui il potere è assai più distribuito nello spazio degli agenti che in passato.</li><li><span style="font-weight: bold;">Reputazione</span>. La reputazione in rete è un vero e proprio bene capitale, che il cittadino digitale vede accrescersi quasi “fisicamente” nell'aumento del proprio raggio d'azione. Il desiderio di costruire reputazione porta chi frequenta la rete a ricercare interazioni ripetute piuttosto che quelle one-shot. Ciò, a sua volta, si traduce in uno spazio più ampio per la cooperazione.</li></ol><br />La logica che ho seguito è quella di raccontare il digitale a una persona intelligente e colta (tendenzialmente a un economista) che però non vive internet in modo attivo. E' una situazione in cui, per lavoro, mi trovo assai spesso. Mi do il voto da solo: non è sbagliato, ma neanche brillante. Sei e mezzo?Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-88682885751593895252007-12-21T13:43:00.000+01:002008-12-09T07:00:51.464+01:00Otto cose della mia seconda vita<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLVC9aAJfnJEzqJq3MOdQHa-5DHnlQYqU9-1xzKNyOQhmQ8hemH6gmRy7RC_zQfLgEizB7M3bifIUahiFYQwC70kexUdU7VKQbsuxJ37Vgp8TRRlJuHcDk2dkcYnfK7yDRB3eWBbF7T6I/s1600-h/MrV3.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLVC9aAJfnJEzqJq3MOdQHa-5DHnlQYqU9-1xzKNyOQhmQ8hemH6gmRy7RC_zQfLgEizB7M3bifIUahiFYQwC70kexUdU7VKQbsuxJ37Vgp8TRRlJuHcDk2dkcYnfK7yDRB3eWBbF7T6I/s400/MrV3.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5146429128789632610" /></a><br />Visto che <a href="http://www.playmonick.net/">Monica</a> mi tira in ballo (chiamandomi simpaticamente "Yamato"!) provo a partecipare a questa catena che riguarda Second Life. Si tratta di dire otto cose della propria seconda vita e di chiedere a otto bloggers di fare lo stesso. Ecco, dunque:<br /><ol><li>Tutti i residenti più anziani hanno letto “Snow Crash” di <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Neal_Stephenson">Neal Stephenson</a> e vedono SL come la realizzazione del metaverso descritto in quel libro. Il Black Sun, il locale più figo del metaverso, ha ispirato un numero impressionante di iniziative in SL, soprattutto nei primi tempi. In generale, si vede a occhio l'impatto culturale del cyberpunk, anche se oggi molto meno che in passato.</li><br><li>SL è un luogo dove la nobile arte della conversazione è tenuta in somma considerazione. Una persona distinta in SL si riconosce non tanto dall'aspetto fisico dell'avatar (benché i truzzi si riconoscano al volo), ma dall'eleganza del digitare, dal chiamarti per nome, dall'usare le abbreviazioni (tipo “brb” per “be right back”, che vuol dire “scusate, torno subito”, o “Mr V” per “Mr Volare”, che sono poi io) solo quando hai un minimo di confidenza e non da subito.</li><br><li>Per qualche motivo, mi è venuto naturale editare il mio avatar in modo da assomigliarmi abbastanza, difetti compresi. Non credevo di essere così affezionato alla mia carcassa!</li><br><li>Molti veterani di SL preferiscono comunicare digitando testo che parlando al microfono. </li><br><li>Se usi la chat voce procurati un buon microfono, o renderai agli altri abbastanza sgradevole parlare con te ("la SLetiquette di Mr. Volare"). </li><br><li>La mia migliore amica in SL è stata per vari mesi una che faceva la prostituta (ma nella vita reale fa la contabile). In realtà usava SL per procacciarsi clienti, poi passava su Skype per la prestazione (questo era prima che i ragazzi di Linden Labs introducessero la chat voce). Si faceva pagare in Linden dollars, il che lascia pensare che il suo movente fosse più il divertimento che il lucro. Non sono mai riuscito ad appassionarmi al genere. Mi hanno assicurato che mi perdo molto.</li><br><li>Per me SL ha acquistato un senso forte quando ho cominciato a pensare di usarla per lavoro anziché come luogo di cazzeggio. Io faccio il consulente e il musicista; viaggio molto, e lo faccio essenzialmente per parlare con gente fisicamente lontana (riunioni , seminari, interviste ecc.). Se si riescono a usare ambienti SL come metafora efficace di questi ambienti sociali RL, si potrebbero realizzare enormi guadagni di efficienza (meno tempo perso in viaggio), impatto ambientale (meno auto, aerei, treni...) e opportunità (possiamo interagire con gente che in RL ci è difficile incontrare). Per questo motivo sto facendo da alpha user a unAcademy (ne ho parlato <a href="http://thehublog.blogspot.com/2007/12/second-office-un-ambiente-sociale.html">qui</a>).</li><br><li>Secondo me, SL come idea è vincente. SL come piattaforma, invece, mi sembra abbia un sacco di problemi: poco intuitiva, lenta, farraginosa (non so neanch'io quanti messaggi tipo “wow, latency is really bad tonight” ho letto in quindici mesi). In più, anche se ultimamente Linden ha aperto il codice sorgente del client, la loro grid è ancora proprietaria, e quindi nessuno può metterci le mani per migliorarla. La butto lì: perché non proponiamo alla Commissione europea di lanciare un progetto di una piattaforma sociale 3D tipo SL ma open source? I ragazzi di IBM, Nokia e le altre imprese tutte “social” e “open innovation” e “wikinomics” , così vicine alla Commissione, sarebbero felici di dare un mano, ci scommetto. E anche noi italiani di SL.</li></ol>Rilancio la palla a:<br /><a href="http://www.davidorban.com/">David Orban</a><br /><a href="http://ww.infoservi.it/">Alberto D'Ottavi</a><br /><a href="http://www.maestrinipercaso.it/">I Maestrini</a><br /><a href="http://www.leeander.com/">Leeander</a><br /><a href="http://zoro.blog.excite.it/">Diego Bianchi</a><br /><a href="http://www.clarita.it/">Clarita</a><br /><a href="http://www.blogger.com/profile/04284972009380488034">Elena</a><br /><a href="http://www.francescodamato.net/ita/index.htm">Francesco D'Amato</a><br /><br />(L'idea originale è di <a href="http://mariogerosa.blogspot.com/">Mario Gerosa</a>)Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-53312373887961116492007-12-18T12:22:00.000+01:002008-12-09T07:00:51.596+01:00Second office: un ambiente sociale online per interagire e imparare<div style="text-align: center;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7f-fyzwzpG57RFp8MaNhd_n8a3dfcA860AbZ30aaPuRt9D753u2gkbHIF774xRWVA_-EvjPyiXoUnxKFWuuvcDRop1976MHloXAya5DEMM8FqoH6ECpndKq9HetKbB9P_6iX4BTfe33A/s1600-h/Snapshot_002.bmp"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7f-fyzwzpG57RFp8MaNhd_n8a3dfcA860AbZ30aaPuRt9D753u2gkbHIF774xRWVA_-EvjPyiXoUnxKFWuuvcDRop1976MHloXAya5DEMM8FqoH6ECpndKq9HetKbB9P_6iX4BTfe33A/s400/Snapshot_002.bmp" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5145302807975994930" border="0" /></a><span style="font-style: italic;">Mr Volare - cioè io - alla conferenza di Junikiro Jun ieri alla unAcademy</span><br /></div><br />Da qualche tempo faccio da alpha user (lui direbbe "early adopter") per un'iniziativa di <a href="http://www.bookcafe.net/">Giuseppe Granieri</a> che si chiama <a href="http://www.bookcafe.net/blog/unacademy/join.cfm">unAcademy</a>, la "non-accademia". Si tratta di una specie di scuola molto informale che organizza corsi e seminari di approfondimento in Second Life, approfittando del fatto che i ragazzi di Linden Labs hanno introdotto la <a href="https://wiki.secondlife.com/wiki/Voice_FAQ">chat voce</a> (mediante microfoni e cuffie) a maggio. I temi finora trattati ("Diritto d'autore a uso dei bloggers", "Raccontare il digitale", "Giornalismo e nuovi media" ecc.) riflettono gli interessi di Giuseppe, il che per me è un benefit aggiuntivo perché mi interessa capire cosa pensa. Ma il punto vero di unAcademy, il motivo per cui ci investo del tempo, è sperimentare SL come metafora abilitante di interazione in tempo reale per fini di collaborazione e condivisione dell'informazione. In soldoni, voglio capire se conferenze, lezioni, seminari e riunioni nella seconda vita "funzionano" come nella prima. Ho la sensazione di imparare qualcosa? Traggo beneficio dall'interazione con le persone che partecipano, con me, a questi incontri? L'interazione è "facile" come in una sala riunioni vera o genera frustrazione, imbarazzo, perdita di senso?<br /><br />(Nota bene: oltre all'interesse intellettuale c'è anche un interesse molto materiale: sto collaborando con il gruppo di <a href="http://www.sensicontemporanei.it/">Sensi Contemporanei</a> al <a href="http://www.dps.mef.gov.it/">Ministero dello sviluppo economico - DPS</a>. Veniamo da tutta Italia, e ogni volta che facciamo una riunione spostarci fisicamente costa tempo a noi e soldi al contribuente. Se ne potessimo sostituire efficacemente qualcuna con incontri online avremmo fortissimi guadagni di efficienza!)<br /><br />La mia conclusione provvisoria è che unAcademy un po' funziona. Funziona come metafora dell'aula o della sala riunioni: se tu ti colleghi, teleporti l'avatar alla sede dell'uA, entri in una stanza, ti siedi su un divano di fronte a un megaschermo dove vengono proiettate le slide, in qualche modo questo aiuta l'attenzione e l'interazione rispetto a, per dire, partecipare a una conference call su Skype. Stiamo provando a evolvere alcune convenzioni sociali di uso della piattaforma, che miglioreranno la qualità dell'interazione. Per esempio, nel corso sul diritto d'autore avevamo cominciato a chiedere la parola con una riga di chat testo (digitando "Domanda"). Quando ci veniva data la parola, attivavamo la chat voce e facevamo la domanda. Questo serviva a non darsi sulla voce, in una situazione in cui non puoi usare il linguaggio del corpo (agitarti sulla sedia, cercare lo sguardo del relatore ecc.) per segnalare che vuoi parlare. Un esempio molto più avanzato è "dopo la conferenza tutti in discoteca" per creare un ambiente di sano cazzeggio creativo dopo tutto quel sapere. Man mano che queste convenzioni prendono forma, migliora l'esperienza di apprendimento inworld.<br /><br />Ci sono ancora diverse cose da migliorare, e di cui noi - o almeno io, che però sono solo un umile studente di uA - dobbiamo capire meglio l'impatto sull'efficacia di SL come ambiente di interazione. Una è l'audio. La conferenza del vicedirettore di Repubblica.it <a href="http://vittoriozambardino.repubblica.it/">Vittorio Zambardino</a> è stata uno strazio, perché aveva un microfono pessimo che distorceva il suono. Dopo quell'esperienza sono andato a comprare la migliore cuffia Logitech che ho trovato, perché ho capito che un buon audio fa la differenza nell'esperienza che gli altri hanno di te in SL se usi la chat voce.<br /><br />Un'altra è la banda. uA in teoria ha un numero chiuso, ma in pratica è sempre in overbooking e tutto sommato ti fanno entrare, anche perché bisogna adottare certi accorgimenti per bloccare gli avatar non iscritti. E la banda scarseggia sempre, soprattutto sopra i 10-15 avatar presenti, il che - di nuovo - si traduce in distorsioni digitali e "pixelature" della voce del relatore. Ieri Giuseppe ha dovuto bloccare lo streaming di musica per risparmiare banda e permettere lo svolgimento della conferenza (io lo bloccherei di default, e del resto alle conferenze di uA lo tengo in mute).<br /><br />Avrei molto da dire sulla mia esperienza in SL (del resto sono un veterano, visto che Mr Volare ha mosso i primi passi inworld a settembre 2006), ma per ora mi fermo qui. A presto aggiornamenti.Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-80132406604650077962007-12-17T10:59:00.001+01:002007-12-17T11:15:03.077+01:00Raccontare lo sviluppo: slide e fotoAll'incontro della settimana scorsa di <a href="http://www.visioniurbanebasilicata.net/">Visioni Urbane</a> ho avuto uno strano mandato: io, uno straniero, avevo il compito di raccontare la scena creativa della Basilicata a <a href="http://blog.wired.com/sterling">Bruce Sterling</a>, il nostro guru preferito. Questo è successo perché i creativi lucani non se la sono sentita di raccontarsi da soli, e hanno preferito un punto di vista esterno. Io avevo la relazione presentata a ottobre alla prima riunione fisica della scena, che era stata condivisa più o meno da tutti. L'ho un po' arricchita e tradotta in inglese e il gioco era fatto. O no?<br /><br />In realtà no. Sentivo che dalle mie slides mancava informazione, mancava la specificità della scena lucana. Andava bene per raccontare la scena ai lucani stessi, che hanno in testa i luoghi, le persone, le facce, i suoni: ma non per raccontarla a Sterling, che arriva da Austin e queste cose non conosce affatto. Allora ho chiesto ai creativi di mandarmi 3-4 foto ciascuno, scelte con l'unico criterio di volersi fare rappresentare da esse. Poi le ho inserite FRA le slides di contenuto: lista di punti importanti - foto - grafico - foto e così via. Volutamente, non ho inserito didascalie: volevo dare un'impressione estetica generale della creatività in Basilicata, un punto di vista sulla scena e non sulle singole iniziative. Mi sembra che questo trucco abbia arricchito la presentazione: certamente ho ricevuto parecchi complimenti da parte dei lucani stessi. Ecco le slides in questione:<br /><div style="width:425px;text-align:left" id="__ss_203725"><object style="margin:0px" width="425" height="355"><param name="movie" value="http://static.slideshare.net/swf/ssplayer2.swf?doc=visioni-urbane-the-basilicata-creative-scene-1197658715905018-5"/><param name="allowFullScreen" value="true"/><param name="allowScriptAccess" value="always"/><embed src="http://static.slideshare.net/swf/ssplayer2.swf?doc=visioni-urbane-the-basilicata-creative-scene-1197658715905018-5" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="355"></embed></object><div style="font-size:11px;font-family:tahoma,arial;height:26px;padding-top:2px;"><a href="http://www.slideshare.net/?src=embed"><img src="http://static.slideshare.net/swf/logo_embd.png" style="border:0px none;margin-bottom:-5px" alt="SlideShare"/></a> | <a href="http://www.slideshare.net/haiku66/visioni-urbane-the-basilicata-creative-scene" title="View 'Visioni Urbane: The Basilicata Creative Scene' on SlideShare">View</a> | <a href="http://www.slideshare.net/upload">Upload your own</a></div></div>Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-44421505225117949122007-12-14T23:20:00.000+01:002007-12-17T11:12:53.207+01:00Neve a Matera e Sterling<object width="425" height="355"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/tMI8Sj_SarA&rel=1&border=0"></param><param name="wmode" value="transparent"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/tMI8Sj_SarA&rel=1&border=0" type="application/x-shockwave-flash" wmode="transparent" width="425" height="355"></embed></object><br /><br />Sono le 9. Lascio Matera sotto una furiosa nevicata, che sta trasformando la zona in un paesaggio degno del Dottor Zivago. Mi sembra un buon momento per riflettere: sono reduce da tre giorni di lavoro <span style="font-style:italic;">full immersion</span> su Visioni Urbane, e ancora non ho avuto il tempo di tentarne una valutazione.<br /><br />Il <a href="http://www.visioniurbanebasilicata.net/workshops/tecnologie-per-la-creativita/">workshop su tecnologie per la creatività</a> di ieri l'altro con <a href="http://blog.wired.com/sterling/">Bruce Sterling</a> è andato certamente molto bene. Grande partecipazione, clima eccellente, e warmup mattutino con il potentino Giuseppe Granieri (<a href="http://www.slideshare.net/haiku66/gg-su-visioni-urbane">qui le sue slide</a>), che mi piace davvero molto e il cui pensiero sto cercando di capire meglio. Ha provato a preparare per le profezie di Bruce una platea il cui grado di confidenza tecnologica è molto vario, riuscendo ad essere chiaro e efficace. La sua relazione era fatta con molto, moltissimo Chris Anderson, un po' di comuni radici lucane, un richiamo ad alcuni concetti chiave del suo libro e qualche accenno al pensiero di Sterling stesso.<br /><br />Quanto a Bruce, ha fatto la sua parte molto bene, “spiazzando” più volte il nostro pensiero (anche se, diciamocelo pure, non aveva studiato gran che, e si è limitato a riciclare le cose che si era preparato per un convegno di cui è relatore oggi, a Matera. Infatti io, nella mia relazione, gli ho parlato sempre di Basilicata, e lui ha continuato a parlare soltanto di Matera. Nota a margine: se vuoi un esperto che entri davvero nel tuo problema, non scegliertelo così grande e famoso da essere portato a snobbarti. In questo caso noi non volevamo un consulente ma un visionario, e quindi va bene così). <a href="http://www.visioniurbanebasilicata.net/2007/12/13/da-granieri-a-sterling-poca-benzina-molti-stimoli-e-un-bel-clima/">I commenti</a> che stanno affluendo al blog di VU sono una testimonianza di quanto l'impostazione aperta e orientata ai valori della conoscenza del progetto sia stata compresa e condivisa dalla nascente community di creativi lucani.<br /><br />Tutto bene, quindi? Naturalmente no. Il problema, come sempre, sono i tempi. La community creativa di VU sta strutturandosi, e credo che riuscirei a portarla a fare una vera progettazione di spazi per la creatività, ciascuno con un modello di gestione, un business plan, un'estetica e tutto. Il problema è che ci vorrebbe almeno un anno, mentre la Regione è vincolata ad avviare i cantieri per la ristrutturazione degli spazi entro la fine del 2008, il che significa decidere al massimo a marzo. <br /><br />Sono in viaggio e non posso accedere alla mia biblioteca (altra nota a margine: col cavolo che è tutto online, e comunque sono sullo shuttle che mi porta all'aeroporto di Bari), ma mi viene in mente un bellissimo libro di Luigi Bobbio sulla decisione pubblica, <span style="font-style:italic;">La democrazia non abita a Gordio</span>. L'autore, pur consigliando ai decisori pubblici di adottare un approccio molto aperto a tutti gli stakeholders, osserva che questo modello decisionale ha tempi molto lunghi, perché in genere non si tratta solo di negoziare una soluzione tra interessi diversi, ma proprio di esplorare lo spazio delle alternative, ricostruendone una mappa. Più sono i soggetti coinvolti, più alternative emergeranno, complicando il processo. D'altra parte è proprio in questo spazio che possono emergere le soluzioni brillanti e innovative che poi proteggono i progetti da veti e blocchi nella fase di realizzazione. <br /><br />Il caso di VU è un po' strano, perché ci stiamo costruendo uno spazio di interazione molto adatto alla progettazione partecipata: interessi potenzialmente convergenti, punti di riferimento culturali comuni (come le parole di Bruce ieri), alcuni valori fondanti e condivisi con chi partecipa, una conoscenza molto puntuale dello stato della creatività in questo territorio. La cosa che ci manca per fare un lavoro strepitoso è il tempo! Certo, una decisione presa a marzo potendo accedere alla community di VU sarà sempre più informata di quella che avremmo presa in sua assenza, ma il potenziale partecipativo di questo processo è ancora una frazione di ciò che potrebbe essere. Staremo a vedere...<br /><br />(il video è di <a href="http://www.clarita.it/">Clarita</a>)Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-44089444278842853762007-12-07T12:32:00.000+01:002007-12-07T16:58:23.525+01:00I creativi? Li trovi al call centerGiornata interessante quella di ieri per il mio gruppo, i <a href="http://www.fiamma.org/">Fiamma Fumana</a>, dedicata a conoscere djs con cui avviare collaborazioni possibili. A un certo punto, già abbastanza avanti nella serata, stavamo parlando con <a href="http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=59380563">Aika</a>, la batterista delle <a href="http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=35065519">Bambole di Pezza</a>, che è anche dj, è lei ci ha detto che lavora in un call center. Sia <a href="http://www.ladyjessicalombardi.com/">Lady Jessica</a> che <a href="http://www.robertacarrieri.com/">Roberta</a> hanno annuito, comprensive: qualche mese di call center è toccato anche a loro. Poi Aika ha detto una cosa interessante: che l'ambiente di lavoro al call center dove lavora lei è bellissimo, sono tutti musicisti, videomakers, creativi a vario titolo.<br /><br />Se li pagassero decorosamente potrebbe anche essere uno scambio sano: un lavoro molto flessibile, che ti lascia spazio per i tuoi progetti creativi, in cui parcheggiarsi un paio d'anni mentre si tenta di sfondare come artista. Se non funziona si va a fare un lavoro vero, se funziona si lascia comunque il call center per fare l'artista. <br /><br />In generale, secondo me nella società creativa che sta emergendo c'è bisogno di ripensare il lavoro per sfumare la cesura tra dilettanti avanzati e professionisti. Del resto <a href="http://www.wired.com/culture/lifestyle/multimedia/2007/04/ss_raves?slide=10">Greg Gillis aka Girl Talk</a>, che ha vinto il Wired Rave Award 2007, è uno che durante la settimana va in ufficio (fa il bioingegnere), poi nel weekend vola a Londra per fare uno show con Beck. Non è un professionista, ma non si può certo definire un dilettante...Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-73998913758160926812007-12-02T18:47:00.000+01:002007-12-02T22:45:53.164+01:00Booster: concerto e shutdown...Con il concerto di ieri di BandaBooster (una band estemporanea composta di allievi del corso e da tre ex Modena City Ramblers oggi avviati ad altre carriere, cioè <a href="http://www.ciscovox.it">Cisco</a>, Giovanni Rubbiani e io) finisce, per quanto mi riguarda, il progetto Booster. La serata è andata bene, ma con molte – troppe – assenze significative in teatro da parte degli operatori locali che sei mesi fa erano molto vicini a questo progetto. Anche chi abbiamo coinvolto – a pagamento – per aiutarci a organizzare il workshop non ha messo molto entusiasmo nella cosa: il sottotesto sembrava “OK, lavoro per questi di Booster ma faccio il minimo indispensabile, perché non si meritano niente.” Per me questo è un altro segno che abbiamo perso credibilità e “presa” sul territorio.<br /><br />Però devo stare attento, perché ho paura di rimanere prigioniero di uno schema narrativo su Booster troppo appoggiato al famoso voltafaccia sul project work (ne ho parlato in molti post di questo blog, a partire da <a href="http://thehublog.blogspot.com/2007/09/booster-problemi-sul-project-work.html">questo</a>): prima andava tutto bene, poi ci siamo rimangiati un impegno preso pubblicamente e ci siamo giocati la credibilità e l'occasione di essere una vera forza di cambiamento a Pescara. Forse non sono obiettivo, e la mia delusione mi impedisce di vedere con chiarezza i segnali positivi. Marco mi sembra più o meno nella stessa situazione.<br /><br />Per avere uno sguardo fresco su Booster ci siamo rivolti a Filippo Tantillo, economista, ricercatore all'ISFOL e docente all'<a href="http://www.accademiaimmagine.org/">Accademia dell'immagine dell'Aquila</a>. Filippo ha un progetto interessante di sviluppare un linguaggio per raccontare lo sviluppo con lo strumento del video (l'ho coinvolto anche su Visioni Urbane, il video lo trovate <a href="http://www.youtube.com/watch?v=ZEwft0QgHLY">qui</a>); gli ho proposto di realizzare, insieme ai suoi studenti, un video su Booster. Filippo e i suoi ragazzi sono calati su Pescara in forze e hanno cominciato a intervistare la gente, sono molto curioso di capire cosa esce.<br /><br />Una cosa che Filippo mi ha già anticipata è che gli allievi vivono Booster come una cosa che non è finita. Mancano in effetti le attività di project work gestite dagli altri partners, che però non hanno nessuna esperienza di organizzazione di attività musicali. Spero che abbiano capito che io non ho potere né responsabilità sulle attività non-The Hub.Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-39907523862431213132007-12-02T18:30:00.002+01:002008-12-09T07:00:51.653+01:00le macerie di BoosterAppena terminata quella che per me è stata, almeno dal punto di vista emotivo, la peggiore settimana del progetto Boster dal suo inizio. Quella dove siamo ritornati, dopo 6 mesi di stallo, a cercare di realizzare (una piccola) attività in collegamento con <a href="http://www.pescaraduepuntozero.it/">la rete territoriale</a>. Confrontandoci con la città ci siamo scontrati "fisicamente" con ciò che di Booster è rimasto: solo macerie.<br /><br />Impressionante e devastante il confronto fra rapporti personali e di lavoro nel realizzare attività fino alla primavera ed ora. Ogni fiducia, entusiasmo o interesse verso il progetto dispersi. Nonostante tutti gli sforzi è risultato evidente come "non si possa lavorare con una persona, se lei non ha intenzione o voglia di lavorare per te", se non ti sei guadagnato il suo rispetto (e forse anche, per questo tipo di progetti, se non c'è un obiettivo "alto" comune), non puoi obbligarla, non puoi pagare il suo impegno in denaro: i professionisti coinvolti hanno lavorato molto di più per il progetto gratis in primavera che ora retribuiti.<br /><br />... e per ora preferisco fermarmi qui, perchè anch'io credo, <a href="http://thehublog.blogspot.com/2007/12/booster-concerto-e-shutdown.html">come Alberto</a>, di non essere obiettivo e sereno in questo momento. Meglio lasciar passare qualche mese...<br /><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgleLAVb2vKBDgIU6lK3TISa_5ucuKSPj0_VUeoU2y3Zy2bKrKGQSw5lqdu182rWeQuW3WsSwpZmb_TzwFsO7SHz4xMfY4GQFJzjmpyaFyUPEd4UwgcLccf95a7dFFiX7HJtckZCszndgs/s1600-r/palmape20.JPG"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0pt 10px 10px 0pt; WIDTH: 309px; CURSOR: pointer; HEIGHT: 229px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgleLAVb2vKBDgIU6lK3TISa_5ucuKSPj0_VUeoU2y3Zy2bKrKGQSw5lqdu182rWeQuW3WsSwpZmb_TzwFsO7SHz4xMfY4GQFJzjmpyaFyUPEd4UwgcLccf95a7dFFiX7HJtckZCszndgs/s1600-r/palmape20.JPG" border="0" /></a><span style="font-size:100%;"><span style="FONT-STYLE: italic">... immerso in questi pensieri, passeggiavo lungo la spiaggia di questa città per me così importante, la sera prima del concerto, ripensando a quest'anno passato, alle persone incontrate, alle lezioni apprese, anche queste ultime, le più amare... sono arrivato al porto, poi alzando lo sguardo mi è venuta quest'idea strana e malinconica, di quelle che si dovrebbe trovare la forza di non seguire, ma io non ci riesco mai, e allora ho deciso di andarci, all'ex-Cofa (ex mercato coperto di Pescara), per vedere com'è fatto dentro, il luogo che avrebbe dovuto ospitare il nostro festival, e che probabilmente fra poco sarà demolito. Bellissimo. In un angolo, un carrettino con una palma, lasciata lì, dopo qualche festa. Umberto mi ha regalato un braccialetto, fatto da lui, con annodato un seme di palma di Pescara... Faccio qualche foto, poi riscavalco il cancello e torno in albergo. </span><br /></span><br />Il giorno dopo il concerto, <a href="http://www.equalbooster.it/online/?p=135">Banda Booster</a>. Nessun esponente delle istituzioni presente, e solo i professionisti della rete retribuiti (neanche tutti). Unica presenza convinta e confortante quella di Giulio Berghella, presidente di <a href="http://www.pescaraduepuntozero.it/">Pescaraduepuntozero</a> ("il solo obiettivo veramente raggiunto dal progetto", dirà uno dei partners presenti). Le uniche energie positive venivano <a href="http://www.fiamma.org/2007/12/02/bandabooster-feat-cisco-e-giovanni-il-giorno-dopo/">dal palco</a> e dai ragazzi dell'<a href="http://www.accademiaimmagine.org/">Accademia dell'Aquila</a>, che pur non conoscendoci erano molto interessati e cercavano di incoraggiarci... sì è anche parlato di possibili futuri, vedremo, cosa nascerà dalle macerie di Booster...<br /><br /><br /><br />Dalla musica buone vibrazioni e qualche risposta, come sempre<br /><br /><br /><div style="TEXT-ALIGN: center"><span class="txt_1" style="FONT-STYLE: italic">Quietami i pensieri e le mani e in questa veglia pacificami il cuore.</span></div><span class="txt_1" style="FONT-STYLE: italic"><div style="TEXT-ALIGN: center"><br /></span><span class="txt_1" style="FONT-STYLE: italic">Così vanno le cose, così devono andare.</span></div><span class="txt_1" style="FONT-STYLE: italic"><div style="TEXT-ALIGN: center" align="left"><br /></span><span class="txt_1" style="FONT-STYLE: italic">Così vanno le cose, così devono andare.<br /><br /></span></div><div style="TEXT-ALIGN: center" align="left"><br /><br /><br /><span style="font-size:85%;">(<a style="FONT-WEIGHT: bold" href="http://www.deezer.com/?urlIdSong=101761" target="_blank">Clicca qui</a></span><span style="FONT-WEIGHT: bold;font-size:85%;" > </span><span style="font-size:85%;">- più volte, se non funziona subito - per la musica di sottofondo a questo post)</span><span style="font-size:78%;"><span style="font-size:100%;"><br /></div></span></span>Marcohttp://www.blogger.com/profile/06497662694262474235noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-75913638508477131972007-11-20T23:47:00.000+01:002007-11-20T23:50:59.391+01:00Investire in conoscenza per spendere meglio le risorse pubblicheEccomi di nuovo in Basilicata per lavorare a <a href=”http://www.visioniurbanebasilicata.net”>Visioni Urbane</a>. Questa mattina abbiamo fatto un vertice DPS-Regione per ragionare sulle procedure amministrative per ristrutturare gli spazi creativi; il clima è buono, mi sembra che non ci saranno grossi intoppi né sugli obiettivi né sugli strumenti. Mi ha colpito una cosa che Lorenzo (Canova) ha detto ieri sera e poi ha ribadito in riunione, e cioè che per spendere bene il denaro pubblico devi investire molto in conoscenza. Nel caso di VU, gli spazi laboratorio creativi contano su 4,3 Meuro, e secondo Lorenzo sarebbe ragionevole spacchettarne 3-400K da destinare a assi di intervento immateriali, con titoli come “conoscenza” o “internazionalizzazione”. Del resto è del tutto ragionevole: il risultato di questa azione sarà l'apertura, in Basilicata, di 2-4 centri culturali nuovi, e investire in competenze gestionali, relazioni e visione del mondo è probabilmente il modo più efficace per fare sì che questi centri possano funzionare bene, che ci sia gente che sa come utilizzarli. Ho scritto una cosa simile nella <a href="http://www.scribd.com/doc/13623/Strumenti-innovativi-per-lo-sviluppo-delle-industrie-creative-esperienze-e-lezioni-dallUK-2006">ricerca sulle politiche di sostegno alle creative industries nel Regno Unito</a> ma, per qualche ragione, ascoltare Lorenzo che propone di creare interi assi di intervento, spostando risorse dai cantieri edili alla conoscenza, mi fa un grande effetto!<br /><br />Oggi pomeriggio riunione di redazione del blog di VU con Rossella e le <a href="http://www.hyperbros.com/images/stories/charliesangels.jpg">Charlie's Angels</a>. Domani abbiamo un incontro con i creativi, e anche questo è molto gettonato: ci troviamo in Regione, e siamo già in overbooking...Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-63921415834213959832007-11-17T17:10:00.000+01:002007-11-17T17:31:29.636+01:00Booster a MaltaA Jesse Marsh (è un consulente che lavora in Sicilia, ci siamo conosciuti a <a href="http://thehublog.blogspot.com/2007/10/echallenges-2007-si-riparte.html">eChallenges</a>) deve essere proprio piaciuto l'approccio del progetto Booster. La settimana scorsa, alla riunione di un INTERREG a cui partecipa (si chiama <a href="http://www.invisiblemedins.org/">Medins - The Mediterranean Intangible Space</a>), ha proposto di puntare su un circolo virtuoso tra portatori di tradizione (come gli artigiani tradizionali e i cantastorie), i ricercatori (antropologi, etnologi ecc.) e quelli che chiama "media creatives". E' molto simile al nostro modello "rockers-hackers", e infatti nella slide successiva c'è la mappa di Pescara vecchia tratta dal nostro <a href="http://www.scribd.com/word/download/34543?extension=pdf">Atlante della creatività</a>. <br /><br />Riporto qui sotto le slides di Jesse. Il suo modello (con dentro gli hackers) si trova nella slide 10, la mappa di Pescara nella slide 11.<br /><br /><div style="width:425px;text-align:left" id="__ss_155343"><object style="margin:0px" width="425" height="355"><param name="movie" value="http://static.slideshare.net/swf/ssplayer2.swf?doc=culture-creativity-and-mediterranean-competitiveness-119421182389069-4"/><param name="allowFullScreen" value="true"/><param name="allowScriptAccess" value="always"/><embed src="http://static.slideshare.net/swf/ssplayer2.swf?doc=culture-creativity-and-mediterranean-competitiveness-119421182389069-4" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="355"></embed></object><div style="font-size:11px;font-family:tahoma,arial;height:26px;padding-top:2px;"><a href="http://www.slideshare.net/?src=embed"><img src="http://static.slideshare.net/swf/logo_embd.png" style="border:0px none;margin-bottom:-5px" alt="SlideShare"/></a> | <a href="http://www.slideshare.net/jexxon/culture-creativity-and-mediterranean-competitiveness" title="View 'Culture, Creativity and Mediterranean Competitiveness' on SlideShare">View</a> | <a href="http://www.slideshare.net/upload">Upload your own</a></div></div>Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-20819801511571391692007-11-17T14:34:00.000+01:002007-11-17T17:32:51.296+01:00Booster: lanciato il project workIeri Marco e io eravamo a Pescara per avviare il project work di Booster. Dopo avere fatto una prima progettazione, averla buttata e averne fatta una seconda ci siamo trovati con nove azioni (dal concerto in teatro degli allievi alla realizzazione di CD e video); le abbiamo presentate ieri in una riunione “semi-interna” (cioè comunicata soltanto agli allievi del progetto e ad alcuni pezzi di rete territoriale, ma tenuta in un locale pubblico, Ecoteca, e abbinata a una jam session). Delle nove azioni The Hub curerà soltanto la prima in ordine di tempo: l'allestimento di un concerto di un gruppo chiamato BandaBooster, e composto dagli allievi del corso creativi, <a href=”http://www.ciscovox.it/>Cisco</a>, Giovanni Rubbiani, e me. Il concerto si terrà la sera di sabato 1 dicembre al Teatro S.Andrea di Pescara, dopo tre giorni di prove. Alcuni allievi del corso organizzatori si occuperanno di produrre e promuovere il concerto. <br /><br><br><br />Sui 24 allievi se ne sono presentati 13. La presentazione è stata fatta in due fasi. La prima è stata svolta da Antonio e Vincenzo (di Enfap) e Leonardo (di Pixel). E' stata una carrellata di livello macro: faremo delle cose, coinvolgeremo delle persone per darci una mano, alcune di queste persone potrebbero essere dei docenti del corso, diteci anche voi che cosa vi interessa, di cosa sentite di avere bisogno. La seconda l'ho fatta io, parlando soltanto dello spettacolo di BandaBooster. Naturalmente – vista l'imminenza della cosa – qui il livello di dettaglio era molto più alto: data, luogo, artisti coinvolti, docente che coordina la promozione, docente che coordina la produzione. <br /><br><br><br />Risultati: a BandaBooster hanno aderito “in diretta” 5 del corso creativi e due del corso organizzatori. Nei giorni scorsi, tra telefono e posta elettronica, avevamo raccolto altre tre adesioni (di cui una forse un po' incerta), una dal corso creativi e due da quello organizzatori: altre persone sono in forse. Complessivamente mi aspetto 10-12 partecipanti. Sulle altre otto azioni le cose sono un po' più nebulose e gli allievi preiscritti solo uno per azione, così mi ha detto Antonio a fine serata. Altri si riservano di aderire in seguito.<br /><br><br><br />Credo che il discreto (e comunque non entusiasmante) tasso di partecipazione a BB sia dovuto al fatto che dopo tanto lavoro di progettazione, abbiamo l'azione molto chiara in testa. I ragazzi mi hanno fatto molte domande, e io potevo rispondere, illustrando cosa succederà in sala prove e sul palco e quali competenze abbiamo in animo di sviluppare con questa azione; alla fine erano in condizioni di decidere se gli interessava o no, e la maggioranza sembra orientata al sì. Specularmente, sulle altre azioni permangono punti oscuri. Per esempio, Marco Migliori era interessato all'idea di cantare per la festa di Capodanno organizzata dal Comune, che è una delle proposte del nostro PW, e ha fatto domande pertinenti a cui nessuno ha saputo rispondere: “si suona sul palco principale in piazza o su un altro palco? C'è un termine per la conferma, in modo che se questa cosa non è confermata faccio in tempo a cercarmi un concerto da un'altra parte?” <br /><br><br><br />Lato negativo della serata: un po' di frecciatine lanciateci da alcuni degli intervenuti. Nicola Scuccimarra di Local Bus: “L'unica cosa buona che questo progetto ha fatto è stato farci incontrare.” Vincenzo D'Aquino di Mente Locale: “Veramente io non ho ancora nemmeno ricevuto il contratto per una delle docenze di inizio anno, se ne sa qualcosa?” Paolo Visci di ClapDance (sorridendo): “Mi dispiace, ma a Pescara avete un nemico in più. Io non riesco ad aprirmi una partita IVA e a campare facendo l'organizzatore di concerti, secondo me un progetto da centinaia di migliaia di euro sulla musica in questo territorio è stata un'occasione sprecata.” Simone, uno dei nostri allievi, ha fatto di peggio: è venuto ma non si è seduto con noi, non ha nemmeno firmato il foglio presenze, niente di quanto possiamo proporre gli interessa. Speriamo che lo spettacolo del 1 dicembre vada bene. Abbiamo bisogno di un successo di immagine per tornare a un clima di maggiore fiducia. Che rabbia, il clima era ottimo e siamo riusciti ad avvelenarlo...<br /><br><br><br />Lato positivo: l'entusiasmo del nostro Christian rocker <a href="http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=158788237">Tony Nevoso</a> e dei ragazzi della <a href="http://www.ladifferenza.org/">Differenza</a>, che mi hanno regalato i rispettivi singoli. Sembra che siano un po' ripartiti.. bene.<br /><br><br><br />UPD 15:30 I due organizzatori del gruppo promozione hanno confermato la loro partecipazione. Siamo a dieci partecipanti confermati.Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-51064731718940439642007-11-14T13:59:00.001+01:002008-02-17T18:03:42.067+01:00ma tu che lavoro fai? (parte seconda)<span style="FONT-STYLE: italic;font-size:85%;" >Non l'ho postato prima perchè avevo paura di abbassare il livello dell'<a href="http://thehublog.blogspot.com/2007/11/arte-e-mercato-modena.html">interessante discussione sul rapporto fra arte e mercato</a>, ma visto il tuo ultimo post "mi sono tranquillizzato" ... :)</span><br /><br /><br />Riguardo al problema di ogni persona che lavora nel mondo della creatività/IT/hi-tech/etc. di spiegare che lavoro si fa in 3 parole, del quale ha già parlato Alberto <a href="http://thehublog.blogspot.com/2007/05/ma-tu-che-lavoro-fai.html">qui</a>, segnalo sul <a href="http://blog.wired.com/sterling/">blog di Bruce Sterling</a> questo documento/presentazione dal titolo "<a href="http://blog.wired.com/sterling/2007/11/the-fuzzy-tail-.html">the fuzzy tail</a>" commentato da Sterling così:<br /><br /><br /><span style="FONT-WEIGHT: bold">"This is a classic example of the 21st century dictum that, if you can actually explain what you're doing, you've already been outsourced to India."</span><br /><br /><br />Che dire, questa me la segno, può essere una buona risposta da dare se si è in difficoltà, no?Marcohttp://www.blogger.com/profile/06497662694262474235noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-85766710715060759932007-11-13T10:48:00.000+01:002007-11-13T11:46:39.675+01:00Il mio bestseller per il 2008<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.wired.com/images/article/wide/2007/09/st_bigidea_f.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 253px; height: 351px;" src="http://www.wired.com/images/article/wide/2007/09/st_bigidea_f.jpg" alt="" border="0" /></a><br /><br />Molto carina <a href="http://www.wired.com/culture/culturereviews/magazine/15-10/st_bigidea">l'idea di Mathew Honan su Wired di ottobre</a>: un generatore di Grandi Idee a cui intitolare bestsellers aziendali (tipo <span style="font-style: italic;">The World is Flat</span>, <span style="font-style: italic;">Wikinomics</span> o <span style="font-style: italic;">The Long Tail</span>). Io ho deciso di scrivere<br /><br /><div style="text-align: center;"><span style="color: rgb(51, 51, 255);font-size:180%;" >Community and Meme<br /><br /></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;">The New Radical Force of Humanity<br /><br /></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic;">Permanent changes driven by collective power spur innovation, growth, and wealth.</span><br /></div><br /><br><br /><br><br />Aspetto un consistente assegno da qualche editore, poi ingaggerò un ghost writer. Non posso fare sempre tutto io. :-)Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-67040013904235332292007-11-10T16:37:00.000+01:002007-11-12T10:54:36.780+01:00Velocità o coordinamento? Scelte difficili per Visioni UrbaneIeri ero a Roma per una megariunione con lo stato maggiore di <a href="http://www.blogger.com/%E2%80%9Dhttp://www.visioniurbanebasilicata.net/%E2%80%9D">Visioni Urbane</a>. E' stato molto utile e interessante, anche perché Lorenzo Canova – che, per semplificare, potrei definire il “capo” del gruppo di <a href="http://www.blogger.com/%E2%80%9Dhttp://www.sensicontemporanei.it/%E2%80%9D">Sensi Contemporanei</a>, e quindi di Visioni Urbane – e il suo braccio destro e mio coautore Tommaso Fabbri erano entrambi in grande forma. Siccome si tratta di persone (molto) intelligenti e con riferimenti teorici molto ricchi e diversi dai miei, quando sono in forma c'è da divertirsi!<br /><br />Tra l'altro, abbiamo parlato di una cosa che ha implicazioni metodologiche molto interessanti. Il succo è questo: l'incontro con i creativi lucani fatto il 17 ottobre, per altri versi molto positivo, ha lasciato un po' di confusione circa quello che, nel merito, il progetto propone ai creativi stessi. In un processo condotto con strumenti tradizionali, la cosa si sarebbe parcheggiata lì in attesa di chiarimenti: ma Visioni Urbane comunica con i suoi interlocutori attraverso un <a href="http://www.blogger.com/%E2%80%9Dhttp://www.visioniurbanebasilicata.net/%E2%80%9D">blog</a>, e il blog è bidirezionale. Quindi molte persone hanno fatto domande abbastanza puntuali attraverso commenti lasciati sul blog. Chi può partecipare al progetto? Per fare cosa? I gruppi di lavoro corrisponderanno ai quattro approfondimenti proposti? Se no, su che cosa lavoreranno? E così via.<br /><br />Nel frattempo il gruppo di VU aveva deciso di riunirsi, appunto, ieri – cioè il 9 novembre – per fare un punto generale sull'incontro del 17. La riflessione collettiva sui punti proposti dai commenti sul blog, quindi, era rinviata alla riunione. Questo mi preoccupava: l'incontro del 17 aveva generato un'ondata di entusiasmo e partecipazione che, in assenza di nostre iniziative in tempi rapidi, rischiava di riassorbirsi (questo si vede anche dalla diminuzione delle visite al blog e dei commenti a partire dell'ultima settimana di ottobre). Mi sono quindi assunto la responsabilità di scrivere una pagina di <a href="http://www.blogger.com/%E2%80%9Dhttp://www.visioniurbanebasilicata.net/faq/">FAQ</a> sul progetto, specificando che si trattava di una versione beta, cioè della <i>mia</i> posizione, che andava verificata con il gruppo.<br /><br />Ebbene, l'obiezione di Tommy a questa iniziativa è stata: hai fatto male, perché alcune delle cose che hai scritto, a valle della riunione, andranno corrette. Come gruppo VU dobbiamo spendere energie per correggere un'informazione inesatta, e questo ci aumenta i costi di coordinamento. Meglio aspettare la riunione (anzi, il dopo riunione: due pagine di verbale prodotte da Alfredo e fatte circolare). Con la stessa logica, mi aveva chiesto di non pubblicare sul blog la mia relazione intermedia sul progetto, che pure era pronta il 21-22 ottobre, prima che circolasse un verbale condiviso di riunione.<br /><br />Naturalmente Tommy ha ragione, aggiustare il tiro ex post <i>è</i> un aumento dei costi di coordinamento. Le mie argomentazioni a favore dell'esporsi comunque, rischiando una smentita, sono queste:<br /><ul><li>Entropia sociale. Ogni settimana che fai passare cala l'entusiasmo, e cresce la tentazione di rileggere il passato in termini dell'ennesima falsa partenza: “Questi sono venuti, hanno fatto tanti bei discorsi, poi sono tornati a Roma, il blog è fermo e chi s'è visto s'è visto.”</li></ul><ul><li>Modalità della comunicazione in rete. Nella comunicazione tradizionale ti proponi come uno fighissimo, che ha tutte le risposte: in quella in rete apri una finestra sui problemi, i dubbi, le sfighe. Questo, paradossalmente, risulta vincente, perché genera credibilità (ne ha scritto Clive Thompson su <a href="http://www.wired.com/wired/archive/15.04/wired40_ceo.html">Wired</a>). In questo senso scrivere delle FAQ provvisorie e poi correggerle è un elemento perfettamente accettabile della comunicazione.</li></ul><ul><li>Educazione alla complessità. Vedendo questi nostri processi interni, la community – o almeno la sua parte più avvertita – dovrebbe capire che questi sono molto complessi, e che noi non abbiamo superpoteri o bacchette magiche. E, di conseguenza, responsabilizzarsi.</li></ul><ul><li>Struttura di deleghe. I costi di coordinamento implicati dal cambiamento delle FAQ – e, simmetricamente, quelli implicati dal non dare risposta alle domande espresse dai creativi - non si scaricano su tutto il gruppo di progetto, il quale in fondo fa la sua riunione e prende le sue decisioni esattamente come se la FAQ non fossero mai state scritte. Si scaricano, invece, sul pezzo di progetto che gestisce la community. Quindi sembra appropriato che sia questo pezzo a decidere se preferisce accollarsi i costi di coordinamento o quelli di rivitalizzazione di una community "ammosciata" dai tempi lunghi .</li></ul><ul><li>Sperimentazione metodologica (questa è una meta-argomentazione che si innesta su quelle precedenti). Il progetto VU ha anche un senso di sperimentazione di metodi nuovi. Questo, in una situazione in cui dobbiamo scegliere tra strade con vantaggi e svantaggi diversi, dovrebbe spingere nella direzione della scelta della meno sperimentata tra le alternative disponibili.</li></ul>Secondo me, in realtà, questo post dovrebbe stare sul blog di VU, non su quello di The Hub, sarebbe interessante chiedere ai creativi lucani con cui lavoriamo se loro preferiscono che noi ci prendiamo il nostro tempo e poi gli “diamo la linea” o se invece si trovano meglio con un flusso di informazioni più ricco ma meno organizzato, in cui ricostruire anche la discussione interna al gruppo, le posizioni relative di DPS e Regione ecc. Ma questo significa aprire al territorio la discussione di metodo, e vorrei che Lorenzo e Tommy ne fossero convinti!Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-27807521550348917672007-11-06T14:46:00.000+01:002007-11-09T19:23:58.048+01:00Arte e mercato (a Modena)<div style="width: 425px; text-align: left;" id="__ss_155709"><object style="margin: 0px;" height="355" width="425"><param name="movie" value="http://static.slideshare.net/swf/ssplayer2.swf?doc=strumenti-innovativi-per-losviluppo-delle-creative-industries-esperienze-e-lezioni-dal-regno-unito-1194255853956295-4"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowScriptAccess" value="always"><embed src="http://static.slideshare.net/swf/ssplayer2.swf?doc=strumenti-innovativi-per-losviluppo-delle-creative-industries-esperienze-e-lezioni-dal-regno-unito-1194255853956295-4" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" height="355" width="425"></embed></object><div style="font-size: 11px; font-family: tahoma,arial; height: 26px; padding-top: 2px;"><a href="http://www.slideshare.net/?src=embed"><img src="http://static.slideshare.net/swf/logo_embd.png" style="border: 0px none ; margin-bottom: -5px;" alt="SlideShare" /></a> | <a href="http://www.slideshare.net/haiku66/strumenti-innovativi-per-losviluppo-delle-creative-industries-esperienze-e-lezioni-dal-regno-unito" title="View 'Strumenti innovativi per losviluppo delle Creative Industries: esperienze e lezioni dal Regno Unito' on SlideShare">View</a> | <a href="http://www.slideshare.net/upload">Upload your own</a></div></div><br />Mi sono divertito molto al seminario di Modena, ma credo di avere sovrastimolato parte della platea. Lo dico perché la discussione seguita alla presentazione del <a href="http://www.scribd.com/doc/13623/Strumenti-innovativi-per-lo-sviluppo-delle-industrie-creative-esperienze-e-lezioni-dallUK-2006">paper</a> si è incentrata soprattutto su un aspetto "ideologico", quello del rapporto tra arte e mercato. <a href="http://www.capp.unimo.it/membri/picchio/picchio.htm">Antonella Picchio</a> diceva di essere preoccupata per gli artisti trattati come merce; io ho provato a risponderle che il mercato siamo noi, ma per lei questo significa essere immersi nell'ideologia liberista del mercato come democrazia, dell'acquisto come voto ecc. <a href="http://tbn0.google.com/images?q=tbn:OM3nVaTABGJ-OM:http://merlino.unimo.it/docenti/fotodocenti/ribba.jpg">Antonio Ribba</a>, invece, mi ha chiesto se non penso che comunque l'arte non commerciale vada sostenuta, per evitare "di chiudere il Teatro San Carlo di Napoli", che non è sostenibile in nessuno scenario a causa del <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Baumol%27s_cost_disease">morbo di Baumol</a>.<br />Provo a chiarire la mia posizione:<br /><ol><li>il problema del sostegno pubblico all'arte è un problema classico di fallimento del mercato, affrontato con il quadro teorico della microeconomia pubblica. Io di questo so poco, anche se prendo atto del fatto che <a href="http://www.buckingham.ac.uk/international/aboutdept/hongrads/peacock.html">Peacock</a> [1993] sostenga che non esistono argomenti convincenti a favore dell'idea che lo stato debba sostenere l'arte.</li><br /><li>come ha detto <a href="http://www.lavoce.info/lavocepuntoinfo/autori/pagina90.html">Paolo Bosi</a> il mio <a href="http://www.scribd.com/doc/13623/Strumenti-innovativi-per-lo-sviluppo-delle-industrie-creative-esperienze-e-lezioni-dallUK-2006">paper</a> si occupa di un problema totalmente diverso, che è quello dell'uso delle industrie creative come asse di politiche per lo sviluppo economico (più in chiave di competitività nazionale che in chiave di coesione territoriale)</li><br /><li>comunque, il mercato visto dal mondo creativo (penso soprattutto alla musica, ma ho provato a fare anche un caso non artistico - ma forse creativo sì - quello di <a href="http://blog.ducati.com/">Ducati</a>) non è la cosa che ha in testa Antonella. Mi sembra che sia un po' finita l'era del consumo culturale passivo, che passa attraverso mezzi di comunicazione di massa ed è spinto da tecniche di persuasione occulta. Quando ero piccolo tutti guardavano Happy Days prima del telegiornale della sera e poi ne parlavano a scuola il giorno dopo: oggi i ragazzi partecipano a gruppi di interesse su internet in cui si interessano di manga giapponesi o di sport esoterici. Oggi, per parafrasare il <a href="http://www.cluetrain.com/">Cluetrain manifesto</a>, i mercati sono conversazioni umane, e parlano con voce umana. Il mercato del mio gruppo, i <a href="http://www.fiamma.org/">Fiamma Fumana</a>, è fatto da gente come me: gente che ama la diversità, i suoni del mondo, le cornamuse, le voci delle mondine e le console dei dj e i loro omologhi mongoli o etiopi, e non ha nessuna voglia di stare dietro all'ennesimo idolo di plastica o al prossimo Grande fratello. E' gente che rispetto e stimo. Se questa gente compra i miei dischi, mi onora e mi fa oggetto di mecenatismo; se smette di comprarli probabilmente è colpa mia, ho fatto un brutto disco. Nel rapporto con loro trovo la mia libertà artistica: se lo stato mi passasse uno stipendio fisso "perché sono un artista" ma mi impedisse di cercare il rapporto con queste persone non mi farebbe un favore. Anche l'arte è come una conversazione, o come il sesso: si può fare anche da soli, ma non viene altrettanto bene. </li><br /><li>l'utopia del Cluetrain manifesto non è più tale, perché la tecnologia ha abbattuto (e talvolta azzerato) i costi di distribuzione dei prodotti creativi; contestualmente ci ha dato il "web sociale", le comunità come <a href="http://www.myspace.com/">Myspace</a> o <a href="http://www.lastfm.it/">Last.fm</a> in cui possiamo ritrovarci con le persone che condividono le nostre stesse passioni e farci contagiare da passioni nuove. L'effetto di questa situazione è che puoi vivere di nicchie: anzi, secondo me succede che i progetti artistici acquisiscono una nuova radicalità, perché l'adesione tiepida e distratta di grandi masse non ti dà reddito (al massimo quelli scaricano i tuoi pezzi da eMule), mentre il sostegno convinto di una piccola minoranza sì.</li></ol>Si capisce?<br /><br />PS - Potete scaricare <a href="http://www.slideshare.net/haiku66/strumenti-innovativi-per-losviluppo-delle-creative-industries-esperienze-e-lezioni-dal-regno-unito">le slides della presentazione</a> o <a href="http://www.scribd.com/doc/13623/Strumenti-innovativi-per-lo-sviluppo-delle-industrie-creative-esperienze-e-lezioni-dallUK-2006">l'intero saggio</a>.Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-51112733359462433262007-11-05T00:59:00.000+01:002007-11-05T01:07:39.172+01:00Industrie creative a ModenaOggi sono all'Università di Modena, per tenere un seminario su "Strumenti innovativi per lo sviluppo delle <span style="font-style:italic;">creative industries</span>: esperienze e lezioni dal Regno Unito" (aula 2, ore 17.30). Ovviamente parlerò della ricerca fatta nel 2006 nell'ambito del progetto Booster, cioè questa:<br /><br /><object width="450" height="500"><param name="allowScriptAccess" value="SameDomain" /><param name="movie" value="http://static.scribd.com/FlashPaperS3.swf?guid=3112qrwsc0pkg&document_id=13623" /><embed width="450" height="500" src="http://static.scribd.com/FlashPaperS3.swf?guid=3112qrwsc0pkg&document_id=13623" type="application/x-shockwave-flash"></embed> </object>Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-40629311787846185212007-11-02T10:59:00.000+01:002007-11-02T12:39:24.462+01:00Spazi per la creativitàIeri mi ha telefonato Carlotta Mismetti Capua, giornalista dell'Espresso. Sta preparando un articolo sugli spazi creativi e ha sentito parlare del nostro lavoro. Buon segno?<br /><br />Digerito l'<a href="http://www.visioniurbanebasilicata.net/lincontro-di-ottobre/">incontro del 17 ottobre</a>, il progetto <a href="http://www.visioniurbanebasilicata.net/">Visioni Urbane</a> è pronto a muovere un altro passo. Stiamo lavorando a quattro giornate di approfondimento tra i creativi lucani e quattro esperti di prestigio assoluto (il primo nome che circola è quello di <a href="http://www.chriswaltrip.com/sterling/">Bruce Sterling</a>) su quattro temi che attraversano la gestione di spazi per la cultura creatività, e cioè <br />- modelli di gestione di spazi per la cultura<br />- tecnologie per la creatività<br />- comunicare i prodotti culturali<br />- cultura e territorio<br />Nel frattempo abbiamo commissionato a Filippo Tantillo il video qui sotto, che dà l'idea della scena con cui stiamo lavorando. <br /><object width="425" height="355"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/ZEwft0QgHLY&rel=1"></param><param name="wmode" value="transparent"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/ZEwft0QgHLY&rel=1" type="application/x-shockwave-flash" wmode="transparent" width="425" height="355"></embed></object>Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-9934504395566959292007-11-01T18:29:00.000+01:002007-11-02T00:22:48.673+01:00Come distruggere la fiduciaDopo gli ultimi chiarimenti, il progetto Booster sembra ripartire. Marco si sta occupando del project work con molta competenza. L'<a href="http://www.pescaraduepuntozero.it/">associazione Pescara 2.0</a> muove i primi passi e sta organizzando il concerto di Raiz al Teatro Massimo (nonostante l'assessore comunale con delega ai grandi eventi, dopo molte promesse e rimpalli, si sia disinteressato della cosa). Tutto bene?<br /><br />No, per niente. Si è rotto qualcosa: il (per me) clamoroso voltafaccia del partenariato di Booster sul project work (ne parlo <a href="http://thehublog.blogspot.com/2007/09/booster-problemi-sul-project-work.html">qui</a>, e Marco ci aggiunge qualche riflessione <a href="http://thehublog.blogspot.com/2007/08/il-sottosviluppo-la-regola-lo-sviluppo.html">qui</a> e <a href="http://thehublog.blogspot.com/2007/09/booster-meglio-di-un-posto-al-sole.html">qui</a>) ha cancellato buona parte del patrimonio di fiducia che eravamo riusciti ad accumulare durante l'inverno e la primavera. Gli allievi cominciano a essere irrequieti, buona parte degli associati di PE2.0 pensa che non vale la pena perdere tempo con gente inaffidabile come noi, i ragazzi dello staff di progetto sono demotivati e molto critici verso gli uomini del sistema della formazione professionale. La cosa che mi fa più male è che questa immagine negativa comincia a coinvolgere, per contagio, anche The Hub: e del resto è vero, noi non siamo riusciti a governare il processo, abbiamo sollecitato uno sforzo collettivo di progettazione partecipata sul project work per poi tirarci indietro. E dietro le ragioni addette dai nostri partners non è difficile vedere biechi problemi di spartizione delle risorse. <br /><br />Bisogna stare attenti, insomma: tutte le volte che si fa un'uscita pubblica, che ci si prende un impegno, che si convoca una riunione, si accendono degli obblighi, e poi bisogna reggere il gioco. Sbagliare si può, ma la mancanza di trasparenza, in un paese in cui le politiche pubbliche hanno una pessima reputazione, viene immediatamente punita con il ritiro della fiducia. <br /><br />Mi pare che la mancanza di trasparenza sia assolutamente connaturata a molti dei soggetti che affollano il milieu della formazione professionale in Italia (state seguendo il ramo padovano dell'inchiesta Why not, che coinvolge società e cooperative di formazione - proprio su Equal - affiliate alla compagnia delle opere? E' su <a href="http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2007/art28.html">Il Manifesto</a>). E' urgente costruire canali "puliti" con cui la gente come me e come quelli di PE2.0 possa partecipare a progetti di sviluppo locale. Ne sto discutendo con gli amici dell'<a href="http://www.dps.mef.gov.it/uval.asp">UVAL</a>.Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-87313791848302057572007-10-30T22:45:00.000+01:002007-11-01T18:29:01.106+01:00Palermo al WOMEX! Bella soddisfazioneCome tutti gli anni, la settimana scorsa sono andato al <a href="http://www.womex.com/">WOMEX</a> (ne riferisco <a href="http://www.fiamma.org/2007/10/28/nuove-energie-dal-womexfresh-energy-from-womex/">qui</a>). A un certo punto, girando tra gli stand, me ne trovo davanti uno della città di Palermo. Lo presidiava Giovanni Callea, promoter palermitano di Kalsart, e aveva il suo bravo sampler di musica cittadina, e perfino un programma di tour support (da parte dell'AAPPT) per gli artisti palermitani che vanno in tour all'estero. Sembrava troppo bello per essere vero: a inizio anno avevo fatto all'AAPPT e alla Provincia una piccola consulenza (ne parlo <a href="http://thehublog.blogspot.com/2007/02/palermo.html">qui</a>), avevo messo insieme gli operatori della città, avevo organizzato una riunione nell'ufficio dell'assessore provinciale al turismo (che, per la cronaca, si chiama Salvatore Sammartano) e avevo concluso raccomandando di fare esattamente queste cose (puntare sulla world music, presenza al WOMEX, sampler, integrazione con il marketing territoriale, tour support) con queste modalità (cioè affidandole ai promoter più vispi, come Giovanni, non mantenendole in carico all'ente pubblico).<br /><br />E lui mi ha dato retta. Così, come niente. Ma allora funziona! Sono belle soddisfazioni.Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-28617903454502286782007-10-26T06:54:00.000+02:002007-11-01T13:33:37.544+01:00A Correggio internet (wireless) gratis per tuttiSolo qualche giorno fa stavo facendo vedere ad Alberto un articolo del Corriere (simile a <a href="http://www.smaunews.it/01NET/HP/0,1254,14s2003_ART_81626,00.html?lw=14;2">questo</a> e <a href="http://blog.wired.com/business/2007/08/muni-wi-fi-proj.html">questo</a>) che diceva di come i progetti per dare l'accesso a internet wireless gratuito a tutta la cittadinanza avessero problemi di sostenibilità dei costi e stessero saltando o passando a soluzioni miste pubblico-privato / gratis-a pagamento...<br /><br />e oggi mi arriva per email <a href="http://tinyurl.com/2mwj5p">questa notizia</a>... a volte il mio comune mi stupisce!<br /><br />Se l'Agenzia Nazionale per i Giovani (programma comunitario <a href="http://www.gioventuinazione.it/">Giuventù in azione</a>) passerà il nostro progetto Correggio Mon Amour 2.0 (vedi per ora <a href="http://correggiomonamour.splinder.com/">qui</a> e <a href="http://www.myspace.com/correggiomonamour">qui</a>), forse si potrà mettere in piedi qualche bella idea a riguardo... suggerimenti?<br /><br /><br /><span style="background: yellow none repeat scroll 0% 50%; -moz-background-clip: -moz-initial; -moz-background-origin: -moz-initial; -moz-background-inline-policy: -moz-initial;">AGGIORNAMENTO DEL 31/10/2007</span><br /><span style="background: yellow none repeat scroll 0% 50%; -moz-background-clip: -moz-initial; -moz-background-origin: -moz-initial; -moz-background-inline-policy: -moz-initial;">Il progetto Correggio Mon Amour 2.0 è stato approvato e finanziato!</span>Marcohttp://www.blogger.com/profile/06497662694262474235noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-85674176811234547352007-10-25T18:21:00.000+02:002007-10-25T18:37:01.655+02:00eChallenges 2007, si riparteStamattina ho presentato il mio paper. Tutto molto meglio del previsto, visto che Roger Wallis mi ha concesso ben 15 minuti per farlo. In realtà devo essergli riuscito simpatico, perché dopo abbiamo parlato ancora parecchio. Anche a me è molto simpatico, perché è una miniera di dati e aneddoti, e in più è uno dei pochi accademici di livello molto alto con una posizione apertamente contraria alla legislazione attuale sul copyright. Ho scoperto che è anche un compositore: 40 anni fa ha scritto addirittura una canzone per Eurovision contest!<br /><br />Oggi ho diviso il mio tempo tra le sessioni sui media, spesso presiedute da Roger e affollate di suoi studenti, e quelle sui Living Labs, concetto al quale mi ha introdotto Luca Galli di <a href="http://www.neosresearch.com/">Neos</a> che mi interessa molto. Mi sento in dovere di capirne qualcosa, visto che sono membro del core team del Milano Living Lab... qualunque cosa questo significhi. Qualcosa sto capendo, anche se non sono del tutto sicuro che questa sia davvero la mia scena.<br /><br />Una cosa che invece si capisce sempre meglio è che <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/IBM">IBM</a> ha completamente rinnovato la propria cultura aziendale. Oggi ho incrociato Richard Straub, francese very senior, consigliere alla presidenza, ed era tutto un "get the big picture", "open up" eccetera. Che roba... Big Blue che mi diventa un'azienda di fricchettoni californiani! Scherzi a parte, sarebbe interessante capire se anche in Italia hanno questo approccio: potrebbero essere alleati preziosi nella policy. Sono sicuro che Fiorello Cortiana ne sa di più, devo chiederglielo.Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-85245423616533697332007-10-24T22:40:00.001+02:002007-10-24T23:10:54.102+02:00eChallenges 2007: prime impressioniSono a L'Aja per partecipare a <a href="http://www.echallenges.org/">eChallenges 2007</a>, che è cominciata stamattina. Sulla carta è un grande convegno (e in effetti di carta ce n'è molta: ciascuno di noi ha ricevuto oltre 1500 pagine di libro che contengono tutti i paper presentati); di fatto per ora non ho trovato grandi nuove idee. Ci sono anche alcune cose che - a prima vista - sembrano discutibili: per esempio ho sentito alcune presentazioni che fanno capo a un progetto che si chiama <a href="http://intelcities.iti.gr/intelcities">Intelcities</a> e sono rimasto abbastanza sconcertato. A Siena, a quanto pare, hanno usato la TV via cavo per trasmettere video sul Palio e, per questa via, "fare entrare le ICT nelle case degli anziani, a rischio di esclusione". Poi però salta fuori che gli anziani in questione non hnno il minimo interesse aai servizi interattivi, e in realtà la coesione sociale a Siena è fortissima, quindi non c'è nemmeno esclusione. Un'altra ricercatrice citava dati del 2004 per dire che in Italia le ICT sono usate nella sfera privata, non c'è partecipazione pubblica. Ho osservato che mi sembrava controintuitivo (nel paese dove un blogger porta 300.000 persone in piazza) e che, da quello che si capiva dalla presentazione, questi sondaggi facevano le domande sbagliate. Lei ha sgranato gli occhi: "Ma sono dati <a href="http://www.censis.it/">Censis</a>!" (si è poi scoperto che i dati di survey erano mescolati con i risultati dei loro focus groups). Ma è questa la ricerca finanziata? Intelcities costa al contribuente europeo 11.4 MEuro...<br /><br />Bello, invece, il contributo di George Pohle, VP di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/IBM">IBM</a>, che raccontava come si siano resi conto che i modelli per l'innovazione si scaricano in strutture organizzative assai diverse. Identificava quattro archetipi: i mercati per le idee (<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Google">Google</a>), i leader visionari (<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Apple">Apple</a>), il rigore (la maggior parte delle grandi organizzazioni, compresa IBM) e la collaborazione (IBM come vorrebbe diventare). Avevo già letto dell'<a href="https://www.collaborationjam.com/get_started2006/index.shtml">Innovation Jam</a>, ma fa abbastanza impressione sentire parlare di processi collaborativi per l'innovazione con 150.000 partecipanti da uno che c'è stato....Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1509765426437363520.post-74850183863495837662007-10-23T23:12:00.000+02:002007-10-23T23:27:11.143+02:00Bell'idea, ma funziona?Influenzato da <a href="http://www.bookcafe.net/">Giuseppe Granieri</a> (un intellettuale che mi intriga molto negli ultimi tempi) e dalla sua <a href="http://www.bookcafe.net/blog/unacademy/">unAcademy</a> ho rinverdito il mio interesse per Second Life, dove sono ormai un "residente anziano" (ho creato il mio account giusto un anno fa) con il nome di Mr Volare. Mi piace moltissimo l'idea dei gruppi di studio e collaborazione spontanei in rete, con in più questo "tocco mondano" che ha SL: ci si dà appuntamento, magari si cambia la giacchetta all'avatar (le scarpe per le signorine), si aggiunge l'accessorio. La chat voce aggiunta da Linden Labs quest'estate, rende il tutto ancora più fruibile.<br /><br />In teoria. In pratica stasera ho provato ad andare alla conferenza di Elvira Berlingieri sul diritto d'autore per i blogger ed è stato un assoluto disastro. Non per colpa di Elvira o dell'unAcademy: se devo trovare un colpevole, probabilmente è Philip Rose. Il client lavorava male, la connessione ci avrà messo del suo (sono in un albergo a L'Aia, e oltretutto mi costa 15 euro al giorno, mannaggia a loro). Il risultato era quasi buffo. Tutto un "mi senti? ma voi sentite?", un ritrovarsi seduti in uno spazio blu uniforme mentre tutto il mondo sparisce, un crashare e riavviare. La conferenza è finita e io ero ancora lì a riavviare.<br /><br />Peccato, però, perché l'idea è proprio bella. Probabilmente ci vorrà il lancio di una piattaforma non proprietaria per fare un debugging vero e consegnare al mondo un browsing 3d che funzioni: non vedo l'ora, le applicazioni creative e non solo sono davvero tantissime.Albertohttp://www.blogger.com/profile/03381009048622422333noreply@blogger.com3