lunedì 6 agosto 2007

"Il sottosviluppo è la regola, lo sviluppo l'eccezione." Nel sottosviluppo la "storia" di ognuno è: la colpa è degli altri

"Nel Meridione il sottosviluppo è la regola, lo sviluppo l'eccezione, questo è il messaggio sotteso di consapevolezza della nostra scuoletta estiva di quest'anno" ha ripetuto più volte Mimmo Cersosimo nei giorni della nostra presenza in Calabria.

Ora il progetto Booster si è scontrato contro il muro di gomma del sottosviluppo: inefficienza, ritardi cronici che fanno saltare la programmazione, inaffidabilità, gambadilegno...
Nulla di nuovo insomma.
Dal punto di vista delle dinamiche dello sviluppo forse la cosa più interessante è che negli entusiasmanti 9 mesi (settembre 2006 - maggio 2007) "di sviluppo" di Booster si era venuta a formare (citando Seravalli) una nuova storia comune di soggetti eterogenei che condividevano (in modo più o meno forte) uno stesso "discorso" sul cambiamento.

Ora che invece tutto sembra essersi impantanato nelle paludi del sottosviluppo, quella storia comune sembra essere smarrita, e ogni singolo soggetto di quella storia sta cercando di affermare ripetendo come un mantra la sua storia, che si potrebbe facilmente riassumere nella frase: "la colpa di questa situazione è degli altri".
Sembra quasi che ammettere le proprie responsabilità significhi "far passare" la storia degli altri, la mia opinione è invece che questo sarebbe il primo necessario passo da fare (tutti assieme, ognuno le proprie) per ricostruire una comune volontà e storia per il cambiamento (perchè come si è detto questo è frutto di una volontà condivisa da più soggetti, non il risultato possibile dell'azione di un solo soggetto isolato).


Del resto è molto evidente come questa pratica non ha fatto altro finora che separare i soggetti un tempo uniti (in modo anche debole e fragile, ma uniti), facendoli impegnare più a raccontare/mistificare la realtà a loro modo, che a darsi da fare per cercare di mettere in atto se non il cambiamento sperato, almeno quello possibile.

1 commento:

Alberto ha detto...

Mah, forse il processo che descrivi ha il senso di spaccare un'alleanza non più funzionale per ricostituirne una nuova, magari meno estesa ma più coesa. Dire che "la colpa è di X" contiene anche un messaggio di speranza, e cioé "escludendo X si possono fare buone cose". Questo fornisce un'indicazione operativa per andare avanti. Se "la colpa è di tutti", invece, non si sa bene dove mettere le mani!

In un contesto di interazione ripetuta, poi, l'ostracismo di X è un elemento di efficienza del sistema, perché si capisce che X è un buono a nulla e lo si taglia fuori a priori dalle interazioni successive. Insomma, occhio al buonismo. Le responsabilità poi esistono.